LA CADUTA DEL MURO E LA TRASFORMAZIONE DI BERLINO

Ecco la seconda parte dell’intervista su Berlino Est ai tempi della DDR e dopo la caduta del Muro di Berlino.

Le interviste che metto sul blog sono con persone che hanno un vissuto berlinese di lunga data se non, come in questo caso, di berlinesi veri e propri.

Il celebre Cafe Tasso su Karl Marx Allee, Berlino est

Attraverso anedotti e racconti della loro vita quotidiana si viene a contatto in modo reale con la storia unica di Berlino. Spesso molto meglio dei libri.

LA STASI E LA VITA DEGLI ALTRI

“Quando è nato mio fratello la nostra casa nel distretto di Treptow era diventata troppo piccola. Mio padre aveva quindi trovato una casa nella zona di Karlshorst. In quella casa ci vivevano persone anziane che avrebbero preso volentieri la nostra casa”.

“Poco prima del trasloco una persona ci telefonò e ci disse che era disponibile un appartamento per noi di quattro camere, luminoso, con balcone, centrale e vicino alla metropolitana. Poco tempo dopo qualcuno si presentò da noi per informarci che l’appartamento dei nostri sogni era disponibile”.

Museo della Stasi entrata principale

Foto Nick-D CC BY-SA 4.0

“L’appartamento in questione era nella Karl-Marx-Allee. Così noi ci siamo trasferiti là e le persone che abitavano a Karlshorst presero la nostra vecchia casa a Treptow”.

“In seguito mio padre mi raccontò che la casa in Karlshorst, rimasta vuota, fu presa dalla Stasi. Facevano spesso così: prendevano vecchie case e le trasformavano in basi di spionaggio. E questa è un po’ la mia idea, altrimenti non saprei come spiegarmi questo curiosa coincidenza e l’improvvisa offerta di un appartamento fatta da persone che non conoscevamo”.

“Ci sono molti esempi di case che sembravano cadenti e disabitate mentre all’interno c’erano le attrezzature della Stasi. I miei genitori vivono ancora oggi nell’appartamento in Karl-Marx-Allee”.

LA CADUTA DEL MURO DI BERLINO

“Quel giorno – ricorda Alexandra – ero a casa e appresi la notizia dalla televisione. La mia reazione immediata è stata di rabbia, perché in quel momento ho capito che quelli che sedevano al potere erano solo dei vecchi idioti e non riuscivo a capire come erano riusciti a mettermi tanta paura fino a quel momento”!

“Ho pensato: Non può essere vero!, e anche Ma che storia è questa???. A causa di tutto questo stress e dell’arrabbiatura non sono andata subito dall’altra parte (così i berlinesi indicavano Berlino Est o Berlino Ovest a seconda della parte in cui abitavano). Ho aspettato 2 o 3 settimane e poi mi son detta: Ok! Ora vado a vedere un po’ cosa c’è dall’altra parte“.

“BERLINO OVEST GRIGIA COME BERLINO EST?!”

Kreuzberg, Berlino ovest, facciata di un palazzo non restaurata

“Sono passata da Checkpoint Charlie e da li sono andata a Kreuzberg. La mia impressione? Berlino ovest esattamente grigia e cadente come Berlino est! Ho pensato: Ah, così e Berlino ovest?“.

“Mentre passeggiavo ero rimasta colpita dall’architettura, perché notavo che era la stessa di quella di Berlino est.

Kreuzberg somiglia a Friedrichshain, Neukölln a Treptow. In quel momento avevo realizzato che Berlino est e Berlino ovest erano una unica città“.

BERLINO OVEST? NON ESISTEVA

“Non avevo alcuna idea dell’ovest.

Fino alla caduta del muro, per me Berlino ovest era sempre stata una macchia grigia: a scuola una cartina geografica che indicava nei particolari Berlino est mentre Berlino ovest era segnata proprio come una macchia grigia senza alcun tipo descrizione”.

INIZIA LA WENDE, “IL CAMBIAMENTO”

Durante la Wende molte persone dell’est sono crollate psicologicamente, perché o non erano abbastanza flessibili per integrarsi in un sistema nuovo e completamente diverso, o erano già in un’età avanzata per riuscire ad adattarsi. Si sono sentiti come se avessero perso la loro identità. Queste sono poi rimaste le generazioni piu’ traumatizzate dal dopo caduta del muro”.

“Per me le prime due o tre settimane della Wende sono stata le più brutte. Non avevo più il mio posto di lavoro alla Akademie des Wissenschafts. Quindi ho preferito seguire un corso di formazione commerciale e imparare il più velocemente possibile per portarmi al livello occidentale. Sono poi entrata all’università, seguivo i corsi, lavoravo 20 ore a settimana da Dussman e avevo una figlia ancora piccola. Ho così costruito la mia nuova professione di consulente di comunicazione e business”.

BERLINO EST OGGI

Berlino oggi è cambiata, di sicuro è più colorata e vivace di allora. Però è in un certo senso diventata anche più noiosa, perché somiglia a tanti altri posti. Per quanto riguarda le persone, devo dire che con le nuove generazioni non vedo grosse differenze. Lavoro spesso con giovani dell’est e dell’ovest, sicuramente alcune cose le hanno ereditate dai loro genitori che hanno vissuto in prima persona quegli anni”.

“Ieri come oggi noto che i cittadini dell’est hanno un maggiore senso della socialità e della solidarietà mentre di negativo trovo ancora in alcuni casi l’atteggiamento vittimistico. Quando è caduto il muro di Berlino, molte persone dell’est si sono sentite come colonizzate dall’occidente.

 

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