SPANDAU E IL QUARTIERE SIEMENS

Il quartiere Siemens si trova nel quartiere di Spandau, quindi Berlino Ovest, ed è sicuramente uno dei luoghi più particolari ed interessanti che Berlino offre.

Da non dimenticare che dal 2008 Siemensstadt è patrimonio mondiale UNESCO.

Memoriale per gli operai Siemens morti durante la prima e la seconda guerra mondilale

Entrare in questo quartiere è un po’ come immergersi di colpo in una atmosfera surreale, non è paragonabile agli altri quartieri berlinesi. Un’area residenziale e industriale costruita da Siemens per i suoi operai.

SIEMENSSTADT: MEMORIE DELLA BERLINO INDUSTRIALE

Interno della stazione della metropolitana Rohrdamm

Con la metropolitana della linea 7 si scende alla fermata Rohrdamm.

Da un lato il primo dei diversi complessi industriali della Siemens costruiti agli inizi del ‘900 con tanto di entrata vecchio stile e un grande orologio, scena che mi ha ricordato tanto la fabbrica di Tempi Moderni di Chaplin.

Dall’altro lato della strada un altro edificio enorme che è reparto amministrativo ovviamente della Siemens e davanti un memoriale dove sono indicati i nomi degli operai morti nella Prima Guerra Mondiale e con targhe senza nome quelli morti nella Seconda Guerra Mondiale.

Come tante altre grandi compagnie industriali, anche Siemens all’inizio del ‘900 era alla ricerca di una area dove potere costruire i suoi stabilimenti.

A contenderselo erano due città: Charlottenburg, all’epoca la città più ricca della Prussia, e la povera Spandau che sperava così di aumentare le entrate con il maggiore flusso di tasse. Nel 1908 Siemens opta per Spandau.

La torre di una fabbrica Siemens d'epoca all'interno della zona residenziale

Le case costruite per gli operai non sono le tristemente famose Mietskaserne, i casermoni che caratterizzano i vecchi quartieri popolari, bensì appartamenti con standard migliori e che rispettino il motto dell’epoca „Luce, sole, aria“.

File di abitazioni, nessun bar, nessun negozio, niente a parte un silenzio che nemmeno si stesse camminando all’interno del Memoriale Sovietico di Treptower Park!

Architetti come Walter Gropius (fondatore del Bauhaus) e Hans Scharoun (fra i suoi lavori c’è anche la Filarmonica di Berlino) hanno progettato alcune delle case del quartiere Siemens

Quest’ultimo ha anche abitato in un appartamento del complesso residenziale da lui progettato e che doveva rappresentare l’idea di modernità, ma evidentemente la persone ebbero ben altra impressione e fu soprannominato „Incrociatore corazzato“!

Ci sono poi delle curiosità come „Lunga miseria“: così viene chiamato un edificio residenziale che sembra non abbia fine in lunghezza. Dal momento che alle spalle si trova la ferrovia non restò altro che costruire un edificio lungo e stretto!

Edificio residenziale soprannominato "Lange Jammer"

Doris Antony under the GFDL and CC-BY-SA-3.0

Una delle mete degli „esploratori urbani“, ovvero chi va alla scoperta degli edifici abbandonati della città, si trova proprio in questo quartiere: la stazione fantasma Siemensstadt della S-Bahn.

Qui il tempo è fermo agli anni ’30 e agli anni ’50. La stazione è un relitto archeologico della storia di Siemensstadt, costruita da Siemens nel 1929 per fare arrivare gli operai che non potevano permettersi uno degli appartamenti nel quartiere più velocemente al posto di lavoro.

A dire il vero non si tratta di una sola stazione fantasma, bensì di tre in tutto e che costituivano la linea di 4 Km costruita da Siemens.

La fine di questa stazioni della S-Bahn è la stessa di tante altre che si trovavano a Berlino Ovest: con la divisione della città, l’amministrazione della rete S-Bahn andò a Berlino Est, per cui sempre meno berlinesi dell’Ovest utilizzarono questa rete di trasporto e le stazioni che si trovavano ad Ovest vennero chiuse.

La stazione abbandonata di Siemensstadt

Siemensstadt è una testimonianza incredibile di architettura industriale e esempio di edilizia residenziale sociale moderna, nonché della storia di una Berlino colosso mondiale dello sviluppo industriale.

Oggi restano ovunque tanti relitti dell’epoca che danno alla città un fascino decadente e alternativo, le vecchie fabbriche sono diventate centri culturali e artistici, locali, gallerie all’aperto di street art, musei „informali“.

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